giovedì 19 aprile 2012
Non cessa di sorprendermi la disinvoltura con la quale i cattolici alla Formigoni trattano le religione, i precetti del vangelo, le cose del mondo, la loro vita privata. La frase che anche Gesù ha sbagliato a scegliersi Giuda usata come metafora per la sua corte d'affaristi senza scrupoli è teologicamente insensata e sfiora la blasfemia. I seguaci stretti di Comunione e Liberazione, gli adulti di 'Memores Domini', dovrebbero secondo la regola mantenersi poveri e casti. In realtà li abbiamo visti spesso dentro faccende che poco hanno a vedere sia con la prima virtù sia con la seconda. Il presidente della Lombardia si è difeso dicendo di non aver mai toccato un euro e che mai ha sospettato di essere circondato dal malaffare anche perché privo di strumenti d'indagine. Ammettiamo che Formigoni sia stato davvero ignaro di quanto accadeva intorno a lui, che non abbia mai visto né sentito, che nel suo candore liliale, sia vissuto nel santo principio per cui 'omnia munda mundis', tutto è pulito per chi è pulito. Con una visione del mondo degna di 'Candide' (Voltaire), i regali, i viaggi, l'ospitalità, una combriccola con le mani in pasta dappertutto, soprattutto nella sanità, non destano sospetti, non fanno pensare, non impongono cautele, non suggeriscono ad un politico del suo rango di prendere distanze, di operare distinguo, di alzare la guardia. Il suo amico e collaboratore Alberto Perego viene accusato (Oil-for-food) di avere un deposito svizzero su cui confluiscono le tangenti di Finmeccanica, non una parola. A un certo punto si scopre che nella sua lista gli hanno infilato un tipetto vivace come la signorina Minetti, non batte ciglio. Ammettiamo che non abbia mai saputo né sospettato. Adesso che finalmente ha saputo perché non reagisce? Sarà candore o stordimento?
(Corrado Augias - la Repubblica 19/4/2012)
In Italia, stipendi e pensioni falcidiati dalla crisi:-12% interessante analisi di Flavia Scotti su “Il Foglietto di Usi-Ricerca”
18 aprile 2012
di Ezio Alessio Gensini
Franco Mostacci, ricercatore ed analista economico, coautore della ricerca pubblicata sul sito LaVoce.info di Tito Boeri e il quotidiano La Repubblica
In Italia, stipendi e pensioni falcidiati dalla crisi:-12% interessante analisi di Flavia Scotti su “Il Foglietto di Usi-Ricerca” n° 14 del 17 aprile 2012.
“La crisi ha gravemente inciso sui redditi delle famiglie italiane riducendone la capacità di risparmio”. E’ quanto afferma Anna Maria Tarantola, vice direttore generale della Banca d’Italia. Nel 2011, prosegue l’Istat, la propensione al risparmio delle famiglie è calata di 0,7 punti percentuali e il potere d’acquisto dello 0,5%. Il quarto anno consecutivo con il segno meno. Ma le famiglie italiane non sono tutte uguali. Chi sta pagando maggiormente il costo della crisi?
A rispondere a questa domanda ci ha pensato uno studio ad opera di Monica Montella, Franco Mostacci e Paolo Roberti, ricercatori ed analisti economici, pubblicato sul sito LaVoce.info di Tito Boeri.
Il quotidiano La Repubblica ha ripreso le principali conclusioni della ricerca, con un articolo dal titolo “Famiglie povere senza difesa, per loro il costo più alto della crisi, perso il 12% del potere d’acquisto”, a firma di Filippo Santelli.
Nel biennio 2009-2010, il 10% più povero delle famiglie ha perso il 4,5% del proprio reddito reale disponibile. Lo studio traccia anche un identikit delle famiglie che hanno sopportato maggiormente il peso della crisi.
In prevalenza, il capofamiglia è una donna; ha una scarsa istruzione; si trova in condizione non lavorativa; è single; monoreddito e risiede nel meridione. Si tratta di informazioni preziose per l’attuazione di politiche di redistribuzione del reddito.
Infatti, affermano gli autori che “gli ammortizzatori sociali non sembrano più capaci di garantire le protezioni attese e l’attuale proposta di riforma del mercato del lavoro deve tutelare le parti più deboli della società”.
Lo studio, in assenza di dati più recenti, fotografa solo il primo tempo della crisi e nulla ci può dire su cosa stia accadendo ora.
Ma, a giudicare dalle misure di politica economica intraprese prima da Berlusconi e poi da Monti, non ci si stupirà più di tanto se in futuro scopriremo che i più deboli stanno continuando a pagare più degli altri.
Se il professor Monti si ”batte ogni giorno per continuare a evitare un drammatico destino come quello della Grecia”, la Federcontribuenti ”ogni giorno si batte per salvare qualche contribuente dalla morsa della riscossione e di tante altre piccole e grandi ingiustizie che fotografano una società orfana di rappresentanti politici e tutela da parte delle istituzioni.
Tutti i dirigenti della Federcontribuenti si dicono disgustati dai termini usati dal presidente Monti durante la conferenza stampa che ha seguito il Cdm e dove, ancora con ostinata volontà, si è agito contro le famiglie italiane. Se per il presidente Monti, 22 suicidi, avvenuti in meno di 4 mesi, non sono niente paragonati ai 1726 casi accaduti in Grecia, per ogni essere umano coscienzioso, sono 22 suicidi che potevano evitarsi. Bastava ascoltare queste persone rimaste schiacciate dal
terremoto finanziario, colpite dalla pressione fiscale aggiunta alla reale crisi economica per salvargli la vita.
E se Monti dice - “sappiamo pero’ quale sarebbe stata la disperazione se l’Italia fosse caduta nel baratro del fallimento e del default del suo debito sovrano” – la Federcontribuenti ribatte – ogni italiano consapevole sa come sarebbe stata la sua vita senza sprechi nella pubblica amministrazione, corruzione e relativi furti di denaro pubblico da parte di questa o quella segreteria partitica -.
E’ Monti, con tutta la classe politica che devono ” agire con unita’, con responsabilita’ civile, sociale e istituzionale” non gli italiani. La Federcontribuenti è stanca anche di sentir parlare di ” future misure di crescita ” che non arrivano mai e che “il compito e’ appena cominciato”.
Se il professor Monti si ”batte ogni giorno per continuare a evitare un drammatico destino come quello della Grecia”, la Federcontribuenti ”ogni giorno si batte per salvare qualche contribuente dalla morsa della riscossione e di tante altre piccole e grandi ingiustizie che fotografano una società orfana di rappresentanti politici e tutela da parte delle istituzioni.